venerdì 12 aprile 2013

La piccola chiesa di San Luca a Teramo

Il diciotto di ottobre, la Chiesa ricorda la figura dell’evangelista Luca.
Il suo Vangelo ritrae, forse con maggior vigore rispetto agli altri evangelisti, la bontà di Gesù per tutti i peccatori.

Non a caso è definito dagli esegeti, il libro della misericordia, della benignità sconfinata di Dio.
San Luca è stato anche uno storico coscienzioso.

Ha raccolto con diligenza testimonianze orali e scritte sulla vita di Gesù e ha raccontato, negli “Atti degli Apostoli”, gli inizi della giovane Chiesa cristiana, incaricata dal suo Signore, di annunciare la salvezza a tutti gli uomini.

La figura di questo santo è quindi quella di un maestro spirituale convincente e poderoso nell’esempio.

Secondo una leggenda l’autore del terzo Vangelo, le cui reliquie si troverebbero nella basilica di Santa Giustina di Padova, fu il pittore della Vergine Maria con un quadro che poi sarebbe diventato il modello di tante Madonne Nere.

Per questo leggendario talento di pittore, oltre che per l’arte medica che esercitava, il compagno di Paolo (si veda Colossesi 4,14 e Filemone 24), fu scelto nel Medioevo come patrono di università di arti, corporazioni e accademie che riunivano pittori e scultori.

A Teramo, nella parrocchia di Sant’Antonio, si trova un piccolo tempio del Duecento, in Largo Melatini, antico varco d’ingresso della città, non lontano dalla zona archeologica di piazza S.Anna e l’antica Cattedrale di Santa Maria Aprutiensis.

La giovane studiosa Sandra Crisciotti regala notizie interessanti in un suo piccolo saggio, riportato in internet.

Questo luogo di culto è appartenuto per lungo tempo alla nota famiglia teramana dei Cameli che lo ricevette in juspatronato, diritto cui rinunciò nel secolo scorso.

La chiesa è stata, recentemente, restaurata con opere di conservazione, finanziate dalla parrocchia di Sant'Antonio presieduta dal parroco don Paolo Di Mattia.

L'edificio religioso, conserva ancora oggi le sue antiche caratteristiche architettoniche e la muratura è come quella della vicina chiesa di Santa Caterina, costituita da pietre non lavorate e frammenti di laterizi, allineati con buona cura.

La facciata è aperta dal piccolo portale realizzato con grossi conci di pietra squadrata e termina con un architrave piano poggiante su due mensole arcuate.

Una lastra di pietra rettangolare riporta la data 1380 e la figura scalpellata di un bue alato, simbolo dell'evangelista san Luca.

Il bue è tradizionalmente “animale dei sacrifici” e il Vangelo di Luca inizia proprio con la narrazione del “sacrificio” di Zaccaria che divenne muto per volontà del Signore fin quando la moglie Elisabetta, anziana e sterile, non partorì miracolosamente il Battista.

Tra l'architrave e la lapide si trova un piccolo frammento a rilievo che riporta la figura di un uccello che stringe col becco un ramo, decorato da bacche e foglie.

Il modesto spazio interno della chiesa è costituito da un'unica aula, a pianta rettangolare, racchiusa tra le mura di pietre a vista e coperta da un soffitto a capriate.


Al suo interno la chiesa custodisce un’antica acquasantiera barocca, un bell’altare ligneo dipinto del 1700 e una tela del 1800 raffigurante San Luca intento, proprio, a ritrarre la Madonna con il Bambino.

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