Praticamente erano rimasti solo monconi di mura.
Il paese semi abbandonato è a 1096 metri di altezza e si trova su di uno sperone di roccia che domina un fosso dal quale nasce il torrente Vezzola che è uno dei due corsi d'acqua che toccano Teramo, l'antica Interamnia.
L’interno della chiesa esistente già in documenti del 1278, è a unica aula ed è impreziosito oggi da una bella tela, opera e regalo del valente pittore teramano Tommarelli.
“Senza aiuti istituzionali e con un lodevole autofinanziamento di residenti e appassionati, è stato possibile rendere reale quella che anni fa sembrava follia o nella migliore delle ipotesi, un sogno da coltivare”, queste le significative parole del presidente dell’associazione, il conosciuto ingegnere teramano Goffredo Rotili, visibilmente commosso nel giorno dei grandi festeggiamenti per l’inaugurazione del tempio ormai recuperato dopo anni di sacrifici.
Il restauro di questo edificio religioso adornato da un bel portale con ghiera decorativa, è certamente una goccia d’acqua nel mare dell’abbandono che soffrono tanti piccoli paesi intorno.
Un antico patrimonio di cultura montanara sta scomparendo e piccoli abitati secolari della zona come Martese e la chiesa diroccata di Santa Lucia, Acquaratola con S. Egidio del XIV secolo, Santa Cecilia, Tavolero con San Flaviano, Faiete con San Pietro del XIII secolo semi crollata, sono ormai ridotti ad autentiche “ghost town “.
Qualche anno fa si era gridato al miracolo quando sembrava reale che alcuni dei borghi abbandonati tornassero a vivere riconvertiti in alberghi diffusi per rilanciare l’esangue turismo di questi luoghi.
L’esempio veniva allora dal magnifico e antico villaggio fortificato di Santo Stefano da Sessanio, nell’entroterra aquilano, oggi uno dei borghi più belli d’Italia divenuto famoso in tutta Europa per la riconversione al turismo dell’albergo diffuso.
Dei proprietari di case ormai ridotte a poco più di ruderi svelarono allora di essere stati contattati per un’eventuale vendita.
La provincia ideò anche un esempio di come si potesse rivitalizzare questi luoghi sperduti.
Tutto è naufragato nel nulla.
Ora questa bella notizia che viene dal paesino di Serra, può essere un esempio coinvolgente per le varie comunità locali.
Se tutti si ponessero l’obiettivo del recupero delle tante oasi di fede e cultura che punteggiano la parte più interna e alta della provincia teramana, se molti si sentissero stimolati a queste imprese, in pochi anni la gioia dell’appartenenza tornerebbe a essere il volano per il ripopolamento della montagna.
L’Ente Parco, con la Provincia, le istituzioni nazionali e locali da qualche tempo si chiama fuori dai giochi a causa delle casse vuote e dell’impossibilità di trovare somme importanti.
Ecco che solo l’orgoglio montanaro può far gridare al miracolo.
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Per raggiungere Serra da Teramo da cui dista circa 30 Km. : percorrere la Strada Provinciale 48 per Rocca Santa Maria; all'altezza di Imposta deviare a destra per San Biagio - Serra, per raggiungere la meta dopo circa 5 Km.
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