mercoledì 17 aprile 2013

Il paese dei "Lanari"

La chioma è leonina, lo sguardo curioso.

Il pastore ha il codino e quando ride con un sorriso smagliante, si aprono due piccole finestre in bocca, lì dove mancano due canini.

È giovane, soprattutto è incredibilmente italiano.

Occupa la strada con il suo gregge e impedisce un rapido passaggio sugli ultimi tornanti che portano al paese di Cerqueto nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso- monti della Laga.

Con lo sguardo pare scusarsi del tempo che occorre alle bestie per fare strada alle ruote della mia vettura.
Ne approfitto per ammirare il panorama che si apre ai miei occhi.

Da un lato c’è il paese di Poggio Umbricchio, appollaiato come aquila su di una roccia, dall’altro il Corno Grande e il Piccolo che spuntano tra le nuvole.
 Più in là la vetta dell'Intermesoli!

C’è un film fantastico con due fuoriclasse del calibro di Jeremy Irons e Bob De Niro.

Il suo titolo è “Mission”.
Lo ricordate?
 Irons con un piffero incantava gli indigeni e diceva queste parole:
Se con un flauto ho convertito questi uomini cosa potrei fare con un’orchestra?”.
E un istante dopo lo spettatore era travolto dalle note immortali della stupenda colonna sonora. Semplicemente geniale.

Penso che anche il panorama che ho davanti agli occhi potrebbe comunicare a chi non crede la presenza reale di un Onnipotente inventore di strabilianti bellezze.
E Dio non ha bisogno di dover suonare il benché minimo strumento musicale.
Lui è in grado di essere in ogni luogo.

Non è necessario cercarlo in una costruzione fatta da uomo.

Lui è un faggio vecchio e ancora possente, una guglia severa di una montagna, un fiore che spunta miracolosamente su di una roccia.

Questo posto ha una tale scenografia di angoli incantati che Wim Wenders ci avrebbe creato una pellicola immortale.

A 750 metri offre una visione inedita e spettacolare del Gran Sasso che qui si mostra in tutta la sua maestosità, tra boschi, prati e rocce calcaree.
Il paese ancora prima dell’anno 1000 si estendeva in località “Canili”.

Secondo antichi documenti qui sorgeva la chiesa di Santa Maria in Querceto.

Nel Medioevo la zona fu dominata dai Conti di Pagliara signorotti della Valle Siciliana per poi divenire feudo degli Orsini da Guardiagrele fino al 1526.

La vecchia che interpello vive qui praticamente dal primo giorno della sua esistenza.

Racconta volentieri una leggenda inquietante.

Tantissimi anni fa un sacerdote accusato di crimini fu scaraventato dagli abitanti del luogo sotto un’altissima rupe, morendo fra rovi e pietre.

Da quel momento una maledizione si abbatté nel paese e milioni di formiche rosse, uscite dalle rocce circostanti, rovinarono i raccolti gettando nella miseria il paese.
Questi decisero di ricostruire le loro case a qualche chilometro di distanza, nei pressi della chiesa di Sant’Egidio Abate. Santa Maria fu adibita a canile, da qui il nome della zona.

Di là dalle leggende, Cerqueto dovette essere un castello, perché oggi si possono ancora vedere i grossi cardini del massiccio portone utilizzato per l’ingresso all’abitato, fortificazione di difesa dalle razzie dei saraceni.

La chiesa di Sant’Egidio, risalente all’anno 1000, era una grande meta di pellegrini provenienti da ogni luogo del Vomano.

Vi si conservano oggi pregevoli altari lignei intagliati nel XVII secolo da artigiani locali e un crocefisso del 1500 di legno veramente bello.

Soffermatevi sui vari affreschi ispirati alla Vergine dell’Annunciazione.


Alzando gli occhi, scorgerete un bellissimo soffitto ligneo e, uscendo, la torre vi accoglierà con i suoi caratteristici sassi bucherellati calcarei che formano i piani più alti.

Cerqueto è terra di boscaioli, pastori e cardatori di lana, mestiere oggi scomparso.
La Pro Loco sta cercando di recuperare quest’antica arte e il linguaggio, “La Trignana”, usato da questi personaggi per accordarsi fra loro senza che si potessero capire.
“Lu Lanare” era una persona di riguardo nella passata civiltà agro pastorale.

Partiva dal paese per recarsi nelle vicine regioni dove era richiesta la sua opera.
Lavorava a domicilio con un attrezzo portato a spalla che serviva per cardare la lana infeltrita dei materassi o per pettinare quella nuova.

Visitate il Museo Etnografico delle Tradizioni Popolari.

Nato nel 1964 per iniziativa del grande parroco Don Nicola Jobbi come semplice raccolta di oggetti e attrezzi testimonianza del passato, oggi è un museo civico di grande importanza che raccoglie più di mille reperti, tra cui una particolare “zampogna campagnola”.

Tanti motivi per visitare questo paesino da fiaba non soltanto a Natale quando si allestisce il presepe vivente più conosciuto d’Abruzzo.

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