Il 27 agosto 2013, nel corso delle manifestazioni per la “Perdonanza Celestiniana” svoltasi all’Aquila, in una città che purtroppo non è più tale dal 2009 dopo il terribile sisma di aprile, si è comunque riscoperto un buon veicolo turistico nel “Sentiero del Perdono”.
Si tratta di un fantastico tracciato di poco più di venti chilometri che dal piccolo santuario nel monte Ienca, cuore del Gran Sasso e rifugio tanto amato dal papa Wojtyla, porta davanti alla basilica di Collemaggio all’Aquila con la sua bella facciata plastica di disegni geometrici ottenuti dall’incastro di pietre locali.
Si può così scoprire una bella vallata denominata Valleverde con minuscoli centri semiabbandonati.
Sono stati molti i partecipanti alla passeggiata che ha toccato i 1066 metri della località San Clemente di Assergi, il paese di Camarda con la suggestiva chiesina della Madonna di Appari incassata tra le rocce e il borgo antico di Paganica, arrivando davanti alla Porta Santa nella martoriata chiesa aquilana oggi ancora interdetta alle visite per pericolo di crolli.
Le spoglie di Celestino V che hanno riposato per secoli all’interno di Collemaggio, continuano, infatti, a vagare in attesa che la chiesa possa tornare agibile.
Anche in questa edizione della famosa Perdonanza, la comunità aquilana si è aggrappata alla possente figura del Papa che nel 1294 fu incoronato erede di Pietro da umile frate che era e che pochi mesi dopo proclamò l’indulgenza plenaria aperta a coloro i quali sognavano la riconciliazione spirituale con Dio e i fratelli.
Pietro da Morrone ebbe vita difficile nel rifiutare una chiesa troppo politica e poco spirituale.
La sfortuna del piccolo frate continua da secoli.
Le sue spoglie mortali hanno dovuto fare i conti con furti, spostamenti e terremoti.
Un destino precario simile a quello degli aquilani che dal 2009 sono sballottati da un sisma che continua a lacerare la città che stenta a ritrovare i suoi luoghi e a riconoscersi in simboli come, appunto, Collemaggio.
Il percorso del “Perdono”, però, potrebbe rappresentare una possibilità in più di sviluppare nuovamente un turismo storico e ambientalistico che attragga molti visitatori in Abruzzo.
La chiesina dello Ienca, non lontana da un antico villaggio di pastori, è anche un’ottima base di partenza per salire sulla vetta del “Gendarme”, una cima minore del complesso ma importante perché dedicata al papa polacco.
La scoperta di piccole chiesine come l’interessante Madonna d’Appari e i suoi splendidi affreschi medievali, la visita a borghi antichi e la possibilità di percorrere secolari e silenziosi sentieri battuti da pastori, mercanti e chierici, potrebbero essere interessanti per un turismo che cerca cultura e movimento.
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Raggiungere Camarda e "Valleverde":
Autostrada A24 Roma Teramo, uscita Assergi. Poi strada Regionale 17 bis.
Da Pescara autostrada A25 fino a Popoli poi Statale 17 fino a incrocio con Paganica e Regionale 17 fino a Camarda
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