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sabato 26 ottobre 2013

Così parlò Adriano De Ascentiis direttore dell’oasi dei calanchi di Atri

Grazie alla collaborazione del prof. Lucio De Marcellis, abbiamo realizzato un’intervista con Adriano De Ascentiis, direttore dell’Oasi dei Calanchi di Atri. 
Questa Riserva Naturale Regionale è uno dei gioielli naturalistici del teramano, non ancora conosciuta da tutti.
Istituita dalla Regione Abruzzo nel 1995, è diventata Oasi WWF nel 1999 e si estende per circa 380 ettari interamente compresi nel territorio del Comune di Atri (TE).

L’Oasi, direttore, meriterebbe più di una visita, vero?
Certo!
Il territorio protetto è relativamente piccolo, presenta un’estensione di circa 400 ettari, sviluppandosi dai 104 metri del fondovalle del Torrente Piomba ai 468 di Colle della Giustizia, ma offre una varietà di ambienti naturali incredibile.

L’assoluta singolarità geomorfologica dei Calanchi rende quest’ambiente un’esclusiva territoriale a livello nazionale.
L’area protetta conserva una delle forme più affascinanti del paesaggio costiero adriatico, i Calanchi, imponenti architetture naturali conosciute come “li Ripe” e ai più con il nome di “Bolge dantesche” o “Unghiate del Diavolo”.

L’aspetto aspro e impressionante delle rupi deriva da una forma di evoluzione erosiva dinamica dei suoli causata dall’alternarsi di periodi piovosi e siccitosi su suoli argillosi, spogliati e portati in superficie da passate deforestazioni.

I calanchi segnano tutta la fascia pede appenninica peninsulare, ma solo qui, nel territorio di Atri, caratterizzano così fortemente il paesaggio agrario.
All'interno dell'area è possibile osservare interessanti presenze faunistiche come il raro cervone o il tritone crestato, nelle ore notturne istrici, volpi, tassi e puzzole, lepidotteri, quali l’Odice suava o la Lasiocampa quercus e la bellissima Podalirio, ma anche falchi pellegrini, poiane, upupe e gruccioni che frequentano l'area nel periodo estivo.

Tra le presenze floristiche di particolare pregio, ricordiamo la liquirizia, coltivata un tempo a fini industriali, la tamerice, il cappero che punteggia le aride pareti calanchive, il Carciofo selvatico e la rara Centaurea napifolia.

Una delle peculiarità più gradite dai turisti è la recente ciclo-pedo-ippovia.

I visitatori la definiscono meravigliosa!
È un percorso naturalistico di 28,8KM che si snoda interamente nella valle del Torrente Piomba, piccolo corso d'acqua che sorge nel territorio di Cellino Attanasio (TE) e che sfocia in mare tra i comuni di Silvi e Città Sant'Angelo.

Il percorso ha inizio dal maneggio “Podere 3C La Sorgente”, localizzato sulla sponda sinistra del torrente, poco sotto l'abitato di Treciminiere, frazione di Atri, per poi proseguire all'interno del Sito di Interesse Comunitario (SIC) “Calanchi di Atri”, area per la protezione della biodiversità in ambito europeo, che insieme a tutti gli altri SIC e alle Zone di Protezione Speciale (ZPS) costituisce la Rete Natura 2000 e all’interno di essa ha luogo l’omonima Oasi WWF.

Il percorso, facilmente individuabile, attraversa alcuni dei luoghi più spettacolari e panoramici del territorio atriano.
Lungo il tragitto si ammirano sia le affascinanti architetture naturali dei calanchi, che la splendida cornice offerta dalle colline e dalla catena del Gran Sasso e Monti della Laga, che chiudono l'orizzonte.
Accompagnano gli escursionisti, campi fioriti, voli di rapaci e di farfalle e pareti rocciose.

Ci s’inoltra nel cuore dell'OLasi WWF “Calanchi di Atri” dove si ammirano dal belvedere San Paolo, le maestose piramidi di terra.
Lungo il percorso, grazie a bacheche didattiche, si accolgono preziose informazioni sulle aziende e i prodotti tipici e s’incontra la famosa e misteriosa Pietra di San Paolo, minuscola cappella utilizzata come luogo di culto pagano per rituali e cerimonie.

La segnaletica quindi è esauriente?

Le frecce che segnalano il percorso presentano una grafica essenziale e facilmente comprensibile.
La bicicletta indica un percorso per mountain-bike e il cavallo quello relativo dell'ippovia.

All'interno del riquadro con il simbolo equino si trovano utili indicazioni sulla chilometrica, ossia sul percorso che si effettua dal punto di partenza fino all'indicazione.
L'acronimo F.I.S.E (Federazione Italiana Sport Equestri), indica la certificazione della pista da parte della Federazione e con la cifra 01, la peculiarità rappresentata dalla pista in quanto prima ippovia certificata del Teramano.

Quali progetti state portando avanti per collegare Atri ad altre località con una rete di ciclo-pedo-ippovie?

Il Circolo “Il Nome della Rosa” di Giulianova e l’Associazione Itaca Faiete hanno organizzato un corso di euro progettazione con i fondi europei e noi abbiamo dato la nostra disponibilità per permettere ai corsisti di realizzare praticamente un project work sulle tematiche della nostra oasi.

Due delle corsiste, la dott.ssa Caterina Marina Sciarra e la dott.ssa Annamaria Scarponi hanno pertanto deciso di portare avanti un progetto di valorizzazione del turismo sostenibile sul territorio. Comprende un ampliamento della cicloippovia della Riserva Naturale Regionale Oasi WWF “Calanchi di Atri” fino a ricollegarsi alla ciclovia adriatica, completandone alcuni tratti finora mancanti e corredandola di certificazioni ambientali.

Questo, sia per i comuni aderenti al progetto (al momento si ipotizza possano essere i Comuni di Atri, Pineto, Roseto degli Abruzzi e Giulianova), con la Carta Europea per il Turismo Sostenibile, sia per le aziende e le strutture ricettive presenti lungo il tracciato.

La promozione di tale iniziativa sarà certamente diffusa con una campagna di comunicazione che cercherà di sfruttare tutti i canali mediatici a nostra disposizione.
Al momento il progetto è allo stadio preliminare, bisognerà incontrare tutti i portatori d’interessi che finora sono stati individuati e cercare delle fonti di finanziamento europeo che permetteranno la realizzazione di un progetto tanto ambizioso, quanto fondamentale per dare un nuovo slancio e una nuova identità al turismo sui nostri territori.


Per informazioni: http://www.riservacalanchidiatri.it
Come arrivare:
A14, uscita di Atri-Pineto,
oppure A24, uscita Villa Vomano-Roseto degli Abruzzi, quindi strada statale 16 Adriatica.

In treno: stazione Atri-Pineto

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