"Lei pensi che in tutta la Puglia sono stati censiti qualcosa come 50 milioni di alberi. Noi siamo la terra dei record, signore mio!".
Proprio un entusiasta questa guardia forestale. Si chiama Michele. E' dentro una divisa più grande di lui, ha il volto scavato e bruciato dal sole del sud e quando sorride, le gote si alzano fin sotto le palpebre, disegnando un ovale inedito e particolare.
Avevo visto, salendo la torre della vecchia masseria dov'ero ospitato, da poco riportata agli antichi splendori, una sorta di superficie olivata sospesa su terra rossa, quasi un immenso tappeto dalle multi cromie.
Qui, a pochi chilometri da Lecce gli odori e i colori sono splendidi in ogni stagione. Figurarsi in tarda primavera!
Poi, uscendo per fare i classici due passi, incontro questo "guardiano dei campi e difensore del paesaggio".
In Salento, certamente non sanno neanche cosa sia una montagna. A Gallipoli, pensate, ho incontrato una gentile cameriera che, saputo della mia provenienza abruzzese, mi ha chiesto consigli e informazioni. Suo figlio di dieci anni, aveva visto la neve in tv e chiedeva insistentemente di andare a sciare il prossimo inverno sul Gran Sasso.
Ma di natura se ne intendono eccome.
La coccolano e la difendono, anche se abusivismi e delitti contro la macchia mediterranea non mancano purtroppo.
Il Salento è davvero il salotto della Puglia.
Mi trovo a pochi chilometri da Lecce, nell'agro dove insisteva un tempo il feudo dell'Abbazia di Santa Maria a Cerrate. Un gioiello scolpito nel XII secolo in pietra leccese, pregevole testimonianza del Romanico pugliese, al centro di una tipica masseria fortificata. Qui un tempo c'era un monastero di fede ortodossa.
Oggi il monumento, che trovate sulla provinciale 100 di Casalabate- Squinzano, è salvaguardato dal F.A.I. Italia. La signorina dal completo rosa confetto fa notare che all'esterno semplice e sobrio, fa da contraltare un interno rimaneggiato ma che si intuisce doveva essere straordinario e interamente affrescato.
Lecce è davvero la meravigliosa capitale del Barocco.
Ma credetemi, il vero barocco per me sono questi tronchi monumentali, autentiche sculture vegetali vive, che il tempo e l'azione del vento hanno aggrovigliato drammaticamente, inciso profondamente, squarciato come si squarciarono le pietre quando il Salvatore del mondo spirò sulla croce in quel terribile venerdì santo.
Il vento, scrivevo!
A Otranto, la città degli ottocento martiri della resistenza cristiana contro i turchi, affacciato sui bastioni del castello, intento a fotografare l'alba dell'Adriatico, mi riprometto di immortalare in seguito il tramonto dello Ionio.
Il vento quasi mi trascina a forza lungo il borgo antico da cartolina che, dal 2000, è "Messaggero di Pace" de l'Unesco.
Questo è il luogo in Italia che vede per primo il sole sorgere lungo le vie strette e lastricate. Qui i dardi dell'astro luminoso si poggiano sulla bandiera sventolante delle Cinque Vele, massimo riconoscimento di Legambiente.
Vuoi mettere, anticipare la nascita del giorno e postare una foto su Facebook prima degli altri? Non ha prezzo!
Ma sul canale d'Otranto la tramontana soffia che pare trasportare ancora echi millenari di battaglie contro popoli invasori.
La voce alle mie spalle mi fa trasalire.
L'uomo magro ha estratto il suo smartphone e scatta la foto della palla infuocata che si erge sopra le imbarcazioni del porto.
Poi racconta che fino a qualche anno fa era a Torino per lavoro e non poteva regalarsi albe del genere. Ora, in pensione, è tornato a vivere nella sua terra e gli occhi brillano per la gioia.
Anche lui però ha un contenzioso col vento!
I pochi capelli si scompigliano disordinatamente e lui esclama ridendo: "Eccu lu Salentu: sole, mare e
jentu", sole, mare e vento.
Io aggiungerei... pietra!
Quella pietra con cui questo popolo di artisti ha creato le migliaia di chiese e palazzi di ineguagliabile bellezza. A Lecce c'è una luce che non saprei descrivere in questa primavera che declina velocemente a estate. Una luce che disegna i volumi degli edifici, che birichina si insinua invadente in ogni ghirigoro di sculture appese sopra le facciate delle chiese o nei volti e nelle teste di animali sotto i balconi gentilizi.
Una luce che rende, se possibile, ancora più indimenticabile la pietra creatrice di un barocco da tripudio.
Chiamatela "Firenze del sud", "Atene delle Puglie", "Venezia della bassa Italia". Chiamatela come volete. Lecce è sempre un museo a cielo aperto che ti costringe a camminare a testa in su per non perderti niente dello spettacolo.
Tanto non rischiate di pestare escrementi. La città è pulita e gli animali pare che vadano da soli in toilette. Più seriamente, qui i padroni sono semplicemente educati.
Ma, siamo in Svizzera o nel sud dell'Italia?
Piazza Duomo è il cuore pulsante della città. E' piena di turisti nonostante non siamo ancora in alta stagione. Questa è una delle piazze più belle d'Italia. Chiesa con fantastico campanile e palazzi da urlo. Vale da sola il viaggio fin quaggiù.
Bello sedere sulla pietra della colonna romana che mostra in alto la statua di sant'Oronzo. Qui finiva l'importante arteria romana della famosa Via Appia che portava a Brindisi.
Il tempo vola.
E' ora di avviarsi verso "De Finibus Terrae" di Santa Maria di Leuca.
E, siccome, il Salento dell'arte non è solo Lecce, prima una puntata a Galatina. E' un piccolo paese agricolo che contiene un gioiello senza tempo: la chiesa francescana di "Santa Caterina d'Alessandria, autentica catechesi per immagini di Antico e Nuovo Testamento.
Hai voglia a dire che questa è in primo luogo la casa del Signore, dove si celebrano i divini misteri.
Il piccolo frate dalla proverbiale chierica si affanna a dire ai visitatori che non siamo in un un museo da fotografare ma in uno spazio riservato al popolo di Dio.
Mi guarda, vede il mio ciondolo con il Tau di Francesco, capisce che sono un seguace del Poverello e decide che posso scattare foto. Mi racconta che i francescani arrivarono qui nella seconda metà del secolo XIV, denominati come "Osservanti".
Mi indica uno degli affreschi, un trittico da favola con San Giovanni da Capestrano, San Bonaventura da Bagnoregio, San Giacomo della Marca e ridendo esclama: "il giro del mondo in groppa ai frati"!
Poi mi fa scoprire Genesi, la Creazione vista dall'occhio privilegiato del Cantico delle Creature di Francesco. Ancora i dipinti della Madre di Dio, il presepe secondo il Poverello, il Calvario e le stimmate di Cristo riprodotte sull'Assisiate. E, infine, la grande allegoria, collocata in alto, centrale, in cui si capisce la Vita e la Morte, con le braccia di Gesù protese verso il papa, simbolo terreno.
Il frate mi sorride ed esclama: "ti ricorderai di aver calpestato una terra santa"?
Mentre va via un pensiero corre nella mia testa: questo luogo è come il messer lo frate Sole di Francesco: "radiante cun grande splendore: de te Altissimo porta significazione".
Davvero questa chiesa è ai piedi del monte Oreb dove Mosè sentì la voce dell'Angelo che lo invitava a togliersi i sandali dai piedi... "perché il luogo sul quale stai è terra santa". (Genesi 3,1-6).
Ora viaggio in un tripudio di calette e fondali blu cobalto, tra torri costiere, dune protette con sentieri nel verde, masserie fortificate, case liberty, ville moresche a ricordo dell'Antico Oriente.
Un bagno a Pescoluse, le Maldive del Salento con la sua distesa di sabbia bianca e le dune ricoperte di acacie; la visita ai laghi Alimini, un tempo luoghi malsani, oggi sosta di numerosi uccelli migratori; la preghiera sulla tomba del beato Don Tonino Bello ad Alessano; la scoperta dell'affascinante guglia di Raimondello e la chiesetta di Santo Stefano, nell'antico centro messapico di Soleto, scrigno della Grecia salentina; la visita alla grotta della Zinzulusa, uno dei dieci ambienti carsici sott'acqua più importanti al mondo;.
Questa è vita, amici miei.
E, infine, ecco, incredibilmente suggestivo, il borgo antico di Gallipoli, la città isola battezzata dai greci "Kalè polis" la bella. Come essere su di un grande balcone che si sporge nello Ionio e regala scorci di rara bellezza.
Do fondo agli ultimi pezzi da cento euro.
Mangio pesce presso il bastione San Giorgio, poi un bagno presso la famosa spiaggia della Purità, infine dormo nel bellissimo palazzo Marchesale Senape De Pace.
Le cose belle finiscono troppo presto.
Taccuino di viaggio:
Per raggiungere il Salento leccese in auto, uscire dal'autostrada A14 a Bari nord e proseguire per Brindisi, fino a immettersi sulla superstrada Brindisi Lecce.
L'aeroporto più vicino è quello di Brindisi (Papola Casale) che dista una trentina di
chilometri da Lecce.
In treno è possibile raggiungere Lecce da Pescara.
Info: Puglia promozione turistica a Bari 0805242361
www.agenziapugliapromozione.it
IAT a Lecce: 0832314117
IAT a Gallipoli: 0833262529
IAT Otranto: presso il castello aragonese 0836801436
A Gallipoli vivamente consigliato soggiornare nel Bed e Breakfast del Palazzo Senape De Pace, luogo esclusivo a un prezzo piccolo nel centro storico. www.palazzosenapedepace.it telefono: 0833266179
A Galatina la splendida chiesa di Santa Caterina è in piazzetta Orsini tel.0836568411
www.salentofrancescano.com. Orari: mattina 08,00 - 12,30 pomeriggio 16,30-18,45
Per visitare e mangiare in una delle masserie fortificate orientatevi alla Tenuta Monacelli e Masseria Giampaoli che si raggiunge da Lecce seguendo la segnaletica per Torre Rinalda e abbazia S. Maria a Cerrate, uscita Squinzano Casalabate.
Ambiente esclusivo, prezzi medio alti.
Nessun commento:
Posta un commento