Un percorso turistico da percorrere in bici ma anche in auto!
Dall’Area marina protetta del Cerrano al Parco nazionale Gran Sasso - Monti della Laga, passando per l’Oasi dei calanchi di Atri e per la Riserva naturale di Castel Cerreto.
Per un turista il blu è sempre blu.
Per quelli, invece, che cercano di vivere in pienezza la propria terra e si prendono la briga di guardare il cielo, il mare, accarezzare con gli occhi il paesaggio, è facile scoprire i blu grigi, i blu scuri, le mille tonalità di una località indimenticabile.
Penso a questo mentre pedalo con l’amico Lucio De Marcellis e e il maestro di mountain bike Dario Ripani, su di un crinale panoramico e ventilato, nonostante il gran caldo.
Sotto di noi lo stupendo mare dell’oasi del Cerrano.
Ripani, appassionato di foto, ci regala in questo servizio alcune belle istantanee.
Il rumore della città, la sua esuberanza finisce in questa campagna, dove il silenzio pare caderti addosso e c’è tutto il tempo da dedicare a se stessi.
Il traffico è quasi nullo.
I membri del Coordinamento ciclabili teramane hanno ribattezzato questo percorso il Crinale degli Acquaviva, dal nome della potente famiglia che ha governato per molto tempo i borghi di mezzo Abruzzo teramano, scrivendo innumerevoli pagine di storia.
Siamo partiti di buon’ora da Pineto attraverso la ciclabile costiera che tocca anche l’Area Marina protetta della Torre di Cerrano, puntando verso Mutignano, piccolo paese d’arte a circa sei chilometri.
Il panorama sul mare e sui piccoli casali sottostanti è fantastico.
Il borgo si caratterizza per i suoi murales sulle facciate delle case aventi per tema scene di vita rurale.
Una sosta al bar e subito si prende confidenza con gli anziani del posto. L’intraprendente custode del campo sportivo funge da guida turistica spontanea.
Fa notare la lapide con i nomi delle vittime delle bombe inglesi che, dalle altitudini di Atri sparavano contro i tedeschi posti a valle dell’abitato.
Alcune bombe purtroppo colpirono nove cittadini. Era il 24 marzo 1944.
Ripartiamo percorrendo la via principale, ancora una sosta per le foto nella parte alta del paese dove c’è una piana con una minuscola ma poetica pineta, quindi discesa fino a riprendere la strada principale SP 28 che sale nella città ducale di Atri.
Chi ha la bici da strada pedalerà qui, chi possiede una mountain bike potrà percorrere l’ombreggiata stradina brecciosa che s’imbocca appena cento metri a destra del bivio.
Traffico zero.
Siamo ormai su Via di Fonte Canale e scorgiamo ai margini della strada un caratteristico lavatoio con numerosi archi gotici e vasche: per i dovuti approfondimenti www.comune.atri.te.it
Entriamo nella splendida città d’arte di Atri attraverso l’antica porta San Domenico (sec XVI) e, subito a destra, notiamo l’interessante facciata della chiesa di San Giovanni Battista (sec XIV).
Poco più avanti il belvedere, con vista sull’Adriatico e sui Monti Gemelli.
Una viuzza ad angolo e siamo catapultati nella bella Piazza Duchi d’Acquaviva con il caratteristico e omonimo palazzo.
Qui incontriamo Adriano De Ascentiis, direttore dell’Oasi WWF dei calanchi di Atri che ci accoglie nel centro informazioni per accompagnarci in una breve visita alla vicina oasi, circa un chilometro fuori il paese.
Ma ecco una bandiera, attaccata dietro una bici.
È quella gialla della Fiab.
Tante due ruote colorate al seguito; signore e signori di mezza età. Il meno giovane ha settantatré anni.
Il gruppo è costituito da veneziani; ci raccontano che ogni anno pedalano in una zona d’Europa.
Questa volta hanno scelto con soddisfazione l’Abruzzo.
Pernottano a Roseto e oggi sono arrivati qua, nel borgo storico.
Hanno bici tutto sommato normali, con qualche cambio di velocità. Eppure sono riusciti a inerpicarsi fino a 450 metri circa di quota.
Approfittiamo per scattare festosamente delle foto.
È la conferma che, la salita dal mare alla città degli Acquaviva, è fattibile da tutti quelli che hanno un minimo di allenamento, indipendentemente dall’età.
Ci rechiamo nel centro dell’Oasi dei calanchi per una breve visita.
La vista spazia dall’Adriatico alla Majella e al Gran Sasso.
Una breve pausa per un panino e subito riprendiamo a pedalare, in lieve saliscendi, sul Crinale.
Da qui si gode una vista a 360°.
Da queste parti le numerose aziende vitivinicole offrono interessanti visite turistiche.
Riprendiamo a pedalare verso il suggestivo paese di Cellino Attanasio, in grado di generare un incontro emozionale tra patrimonio storico-artistico, peculiarità artigianali ed enogastronomiche.
Fortunatamente gli operai sono al lavoro per sistemare l’aspetto delle mura esterne, lato sud, dopo i recenti lavori di allargamento della piazza soprastante.
Pedaliamo nelle vie interne.
Sono molto affascinanti alcuni scorci sui torrioni e sulle mura con merlature.
Dopo la pausa al bar di nuovo a pedalare.
Ricordiamo che chi vuole percorrere solo un tratto di crinale ogni tanto trova un bivio con relativa diramazione che scende sul fondovalle del Vomano dal quale far ritorno al punto di partenza.
Cermignano è sede di un antico castello fortificato come gli altri borghi appena visitati.
Panoramico il suo belvedere da dove si può ammirare il bacino del Piomba e una scultura commemorativa ai caduti della Patria, opera realizzata nel 1922 dallo scultore teramano Pasquale Morganti.
Da qui si può scendere a Montegualtieri per una visita all’omonima torre triangolare e al vecchio mulino di Maiorino Francia, lungo il Vomano, risalente al 1868.
Prodigiose a vedersi le bocche di uscita dell’acqua e le strutture metalliche per il movimento rotatorio delle macine.
Altra meta interessante è Penna Sant’Andrea, il paese del Laccio d’amore.
Volendo invece proseguire lungo il crinale, ci si dirige verso la località Monte Giove dove, diversi anni fa, furono trovati resti archeologici dell’Età del Ferro.
È possibile effettuare una visita nell’area di Riserva naturale di Castel Cerreto e poi proseguire per Colledoro e scendere a Isola del Gran Sasso.
Poco prima di Colledoro, si può decidere di visitare Castel Castagna o, ancor prima, Ronzano per la visita alla celebre abbazia.
I più allenati invece possono addirittura proseguire ancora lungo il crinale che oltre Colledoro s’inerpica per poggi, scendendo a Castelli nel cuore della Valle Siciliana!
Gli articoli inseriti nella rivista sono redatti da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".
Tutti gli articoli sono condivisi su Facebook nella bacheca di Sergio Scacchia e nella pagina "Il Mio Ararat" e su Google Plus.
Gli articoli sono inoltre pubblicati da Vincenzo Cicconi della PacotVideo , tra l'altro gestore di questo blog, su:
(blog della Città di Teramo - blog di Pensieri Teramani)
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Dall’Area marina protetta del Cerrano al Parco nazionale Gran Sasso - Monti della Laga, passando per l’Oasi dei calanchi di Atri e per la Riserva naturale di Castel Cerreto.
Per un turista il blu è sempre blu.
Per quelli, invece, che cercano di vivere in pienezza la propria terra e si prendono la briga di guardare il cielo, il mare, accarezzare con gli occhi il paesaggio, è facile scoprire i blu grigi, i blu scuri, le mille tonalità di una località indimenticabile.
Penso a questo mentre pedalo con l’amico Lucio De Marcellis e e il maestro di mountain bike Dario Ripani, su di un crinale panoramico e ventilato, nonostante il gran caldo.
Sotto di noi lo stupendo mare dell’oasi del Cerrano.
Ripani, appassionato di foto, ci regala in questo servizio alcune belle istantanee.
Il rumore della città, la sua esuberanza finisce in questa campagna, dove il silenzio pare caderti addosso e c’è tutto il tempo da dedicare a se stessi.
Il traffico è quasi nullo.
I membri del Coordinamento ciclabili teramane hanno ribattezzato questo percorso il Crinale degli Acquaviva, dal nome della potente famiglia che ha governato per molto tempo i borghi di mezzo Abruzzo teramano, scrivendo innumerevoli pagine di storia.
Siamo partiti di buon’ora da Pineto attraverso la ciclabile costiera che tocca anche l’Area Marina protetta della Torre di Cerrano, puntando verso Mutignano, piccolo paese d’arte a circa sei chilometri.
Il panorama sul mare e sui piccoli casali sottostanti è fantastico.
Il borgo si caratterizza per i suoi murales sulle facciate delle case aventi per tema scene di vita rurale.
Una sosta al bar e subito si prende confidenza con gli anziani del posto. L’intraprendente custode del campo sportivo funge da guida turistica spontanea.
Fa notare la lapide con i nomi delle vittime delle bombe inglesi che, dalle altitudini di Atri sparavano contro i tedeschi posti a valle dell’abitato.
Alcune bombe purtroppo colpirono nove cittadini. Era il 24 marzo 1944.
Ripartiamo percorrendo la via principale, ancora una sosta per le foto nella parte alta del paese dove c’è una piana con una minuscola ma poetica pineta, quindi discesa fino a riprendere la strada principale SP 28 che sale nella città ducale di Atri.
Chi ha la bici da strada pedalerà qui, chi possiede una mountain bike potrà percorrere l’ombreggiata stradina brecciosa che s’imbocca appena cento metri a destra del bivio.
Traffico zero.
Siamo ormai su Via di Fonte Canale e scorgiamo ai margini della strada un caratteristico lavatoio con numerosi archi gotici e vasche: per i dovuti approfondimenti www.comune.atri.te.it
Entriamo nella splendida città d’arte di Atri attraverso l’antica porta San Domenico (sec XVI) e, subito a destra, notiamo l’interessante facciata della chiesa di San Giovanni Battista (sec XIV).
Poco più avanti il belvedere, con vista sull’Adriatico e sui Monti Gemelli.
Una viuzza ad angolo e siamo catapultati nella bella Piazza Duchi d’Acquaviva con il caratteristico e omonimo palazzo.
Qui incontriamo Adriano De Ascentiis, direttore dell’Oasi WWF dei calanchi di Atri che ci accoglie nel centro informazioni per accompagnarci in una breve visita alla vicina oasi, circa un chilometro fuori il paese.
Ma ecco una bandiera, attaccata dietro una bici.
È quella gialla della Fiab.
Tante due ruote colorate al seguito; signore e signori di mezza età. Il meno giovane ha settantatré anni.
Il gruppo è costituito da veneziani; ci raccontano che ogni anno pedalano in una zona d’Europa.
Questa volta hanno scelto con soddisfazione l’Abruzzo.
Pernottano a Roseto e oggi sono arrivati qua, nel borgo storico.
Hanno bici tutto sommato normali, con qualche cambio di velocità. Eppure sono riusciti a inerpicarsi fino a 450 metri circa di quota.
Approfittiamo per scattare festosamente delle foto.
È la conferma che, la salita dal mare alla città degli Acquaviva, è fattibile da tutti quelli che hanno un minimo di allenamento, indipendentemente dall’età.
Ci rechiamo nel centro dell’Oasi dei calanchi per una breve visita.
La vista spazia dall’Adriatico alla Majella e al Gran Sasso.
Una breve pausa per un panino e subito riprendiamo a pedalare, in lieve saliscendi, sul Crinale.
Da qui si gode una vista a 360°.
Da queste parti le numerose aziende vitivinicole offrono interessanti visite turistiche.
Riprendiamo a pedalare verso il suggestivo paese di Cellino Attanasio, in grado di generare un incontro emozionale tra patrimonio storico-artistico, peculiarità artigianali ed enogastronomiche.
Fortunatamente gli operai sono al lavoro per sistemare l’aspetto delle mura esterne, lato sud, dopo i recenti lavori di allargamento della piazza soprastante.
Pedaliamo nelle vie interne.
Sono molto affascinanti alcuni scorci sui torrioni e sulle mura con merlature.
Dopo la pausa al bar di nuovo a pedalare.
Ricordiamo che chi vuole percorrere solo un tratto di crinale ogni tanto trova un bivio con relativa diramazione che scende sul fondovalle del Vomano dal quale far ritorno al punto di partenza.
Cermignano è sede di un antico castello fortificato come gli altri borghi appena visitati.
Panoramico il suo belvedere da dove si può ammirare il bacino del Piomba e una scultura commemorativa ai caduti della Patria, opera realizzata nel 1922 dallo scultore teramano Pasquale Morganti.
Da qui si può scendere a Montegualtieri per una visita all’omonima torre triangolare e al vecchio mulino di Maiorino Francia, lungo il Vomano, risalente al 1868.
Prodigiose a vedersi le bocche di uscita dell’acqua e le strutture metalliche per il movimento rotatorio delle macine.
Altra meta interessante è Penna Sant’Andrea, il paese del Laccio d’amore.
Volendo invece proseguire lungo il crinale, ci si dirige verso la località Monte Giove dove, diversi anni fa, furono trovati resti archeologici dell’Età del Ferro.
È possibile effettuare una visita nell’area di Riserva naturale di Castel Cerreto e poi proseguire per Colledoro e scendere a Isola del Gran Sasso.
Poco prima di Colledoro, si può decidere di visitare Castel Castagna o, ancor prima, Ronzano per la visita alla celebre abbazia.
I più allenati invece possono addirittura proseguire ancora lungo il crinale che oltre Colledoro s’inerpica per poggi, scendendo a Castelli nel cuore della Valle Siciliana!
Gli articoli inseriti nella rivista sono redatti da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".
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