Le prime notizie del borgo medievale si hanno nel secolo XII.
Immerso in un contesto naturale di rara bellezza, nell’Oasi Majella Orientale, si trova a pochi passi dalle famose grotte del Cavallone, luogo immortalato dal Vate D’Annunzio che vi ambientò la tragedia della Figlia di Jorio.
Da non perdere in centro, la parrocchiale cinquecentesca di San Nicola con il suo bel loggiato.
È una parte d’Abruzzo, dove leggende e tradizioni si tramandano nei secoli.
Secondo un’antica credenza, tramandata oralmente dai vecchi abitanti del paese, le gigantesche rocce che si ergono tortuose e dolenti dal terreno, nel cuneo che porta al grande anfratto della grotta, erano mostri pietrificati.
Questi animali popolavano il pianeta prima della comparsa degli uomini.
Una di quelle pietre mastodontiche prese la forma di un enorme cavallo, simbolo di libertà e di una natura che non cede alla dominazione degli esseri viventi.
Da qui il nome dato al complesso ipogeo del “Cavallone”.
Sono soprattutto sacre le storie incredibili che ruotano intorno a questo paese dal sapore leggendario.
Una di queste narra di una statua, neanche molto pregiata, dedicata alla Madonna della Misericordia, un’opera in stucco dipinto del secolo XVIII, attribuibile a una bottega di maestri lombardi che da queste parti e ancor più nella vicina Taranta Peligna, hanno lasciato più di un lavoro artistico.
L’esemplare che oggi si conserva nell’abside della chiesa dei Minori Osservanti di Lama non sarebbe neanche originale ma una brutta copia di una statua lignea andata distrutta nel corso dei bombardamenti della seconda guerra mondiale.
La particolarità è che questa statua sarebbe miracolosa.
Anzitutto si rifiuterebbe di uscire dalla sua nicchia e poi da quel posto, dove si trova, sarebbe in grado di proteggere il paese.
Si narra che molti anni fa, nei giorni di festa a Lei dedicata, la Madonna fu portata dai Lamesi in processione.
Dopo pochi minuti si scatenò una tempesta d’inaudita potenza che scrosciò acqua in quantità paurosa dai valloni della Majella.
L’abitato era in serio pericolo.
La processione tornò indietro e quando la statua fu riposta nella nicchia, di colpo la tempesta scomparve.
Questa tradizione non è soltanto orale ma è riportata anche in un vecchio e interessante libro di Francesco Verlengia sulle tradizioni abruzzesi, edito nel 1958.
La singolare circostanza è che esisterebbe sempre a Lama, un’altra Madonna che invece ama circolare in lungo e largo nei paesini del comprensorio.
Parlo della Madonna dei Corpi Santi, raffigurata con mano un fiore e nell’altro braccio, ricurvo, il Bambino.
La statua veste di rosso con ricami in oro ed è coperta da un manto azzurro trapunto di stelle argentee.
La festa della Madonna si svolge nell’ultima domenica di agosto e accorrono fedeli da ogni parte della valle dell’Aventino.
La leggenda racconta che questa figura di Vergine era originariamente custodita nella chiesa di Montemoresco presso Torricella Peligna.
Da qui la statua era scappata e fu ritrovata, settimane dopo, in una piccola cappella nei soprastanti monti Pizii.
La statua camminò ancora per ricoverarsi nella chiesa madre di Gessopalena.
I gessani fecero grandi feste alla Madonna miracolosa, gioiosi che aveva scelto il loro paese come sua casa.
Si decretò una fiera da celebrarsi ogni anno in onore della Vergine.
La Madonna, inquieta però, tornò a camminare due anni dopo.
Fu ritrovata in un campo da un contadino di Lama dei Peligni.
In mezzo ai rovi pungenti vide il manto rosso della mamma di Gesù e il brillare dei gioielli con cui l’avevano agghindata gli abitanti di Gessopalena.
Così fu portata nella chiesa di Santa Croce, tra i mugugni degli abitanti dei borghi vicini che videro questa cosa come una sorta di furto perpetrato nei confronti di Gessopalena.
La Madonna non si mosse più da Lama e anzi pare che protesse il paese anche dal terremoto disastroso del novembre 1706 che abbatté gran parte dell’abitato e che nonostante tutto non fece un grande numero di vittime così come poteva far supporre l’entità della scossa tremenda.
La Madonna, secondo molti abitanti, ancora oggi benedice le nascite e i matrimoni, veglia infermi e moribondi, protegge i pastori.
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Come arrivare a Lama dei Peligni:
Dall'autostrada Adriatica A14 (da nord: in direzione di Ancona; da sud: in direzione Pescara), uscire a Val di Sangro, seguire la direzione Villa S. Maria, prendere la SS 652, continuare sulla SS 84 in direzione Casoli/Lama dei Peligni.
Da Chieti: Percorrere la SS 81 in direzione di Guardiagrele, proseguire sulla SS 84 in direzione Casoli/Lama dei Peligni.
Da Pescara: Percorrere la SS 16 in direzione di Chieti, continuare sull'autostrada A 14 in direzione Bari, uscire a Val di Sangro, seguire la direzione Villa S. Maria, prendere la SS 652, continuare sulla SS 84 in direzione Casoli/Lama dei Peligni.
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