Frondarola è un borgo delle colline teramane da dove si gode una spettacolare vista sull'intera catena del Gran Sasso
Anni fa, il professor Quirino Iannetti, studioso di storia, definì questo borgo secolare “il castello più importante alle porte di Teramo”.
L’antico “Fornarolo” ancora oggi è crocevia tra mare e monti.
Il paese a 458 metri, variò più volte il suo nome nei secoli, in Forarolo, Frontariolo, Frondarola e si presentò nel primo documento pubblico, in un atto di donazione che il conte Trasmondo di Siffredo faceva del castello alla chiesa aprutina, nel 1076.
Il nome del borgo derivava da “Furnus” (famiglia di edili, amministratori della città di Teramo) e da “Arola” (piccola terra).
Quando l’Interamnia fu messa a ferro e fuoco nel 1156 dalle soldataglie del Loretello, i nobili si rifugiarono nelle campagne.
I Melatini, tra le famiglie più potenti della città, si trasferirono nel piccolo abitato e nell’anno 1341 ne divennero i feudatari.
Nell’anno 1371 Matteo di Roberto, della stessa famiglia diede mano alla costruzione di una rocca.
Nel 1424 il paese divenne feudo di un’altra grande famiglia, gli Acquaviva di Atri.
Alcuni facinorosi si rifugiarono a Frondarola iniziando a molestare la città di Teramo.
Le truppe teramane provarono a dare loro una lezione, ma furono sconfitti.
Ecco cosa si legge da uno stralcio pubblicato da don Giulio Di Nicola su «Paesi d’Abruzzo»:
“Il 7 aprile 1459 in Teramo gran pianto e rammarichi perciocché essendo andati alcuni giovani per comandamento del Magistrato ad espugnare la rocca di Frondarola (spelonca ed asilo di scellerati) ebbe lacrimoso esito. Perciocché molti di loro furono uccisi, i nomi de’ quali si tacciono ne’ libri, onde ho cavato quello che vi racconto …”.
Don Giulio scrive anche che:
“… In seguito i teramani si presero la rivincita espugnando il castello e saccheggiando il paese. Grande fu la rovina in quanto nel 1462 s’implorò la franchigia da tributi e tasse.
Il 5 marzo 1470 il re Ferdinando II d’Aragona concedeva Frondarola alla città di Teramo con piena facoltà di conservare o distruggere il castello.
I teramani decisero di radere al suolo la rocca in quanto ritenuta covo di fuorusciti teramani.
Al termine della guerra tra francesi e aragonesi, nel 1505, Frondarola, insieme ad altre ventisette frazioni, dovette ritornare sotto Teramo.
È interessante visitare la parrocchiale del S.S. Salvatore nella quale sono stati fatti numerosi lavori di restauro, in particolare del soffitto ligneo negli anni '60.
Il tempio si presenta come una grande “T” a unica navata con due altari in stucco le cui origini risalirebbero al XIII secolo, oggi rimaneggiati.
L’altare di sinistra è dedicato alla Madonna del Rosario e su di esso si trova una pregevole tela della Vergine databile ai primi anni del 1600.
All’Addolorata è dedicato l’altare di destra, dove si trova anche una bella statua di Santa Rita.
Si hanno notizie della chiesa fin dal 1683.
(Grazie per la gentile e preziosa collaborazione al professor Lucio De Marcellis).
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