Il silenzio è la prima presenza che si avverte.
Un silenzio antico, uguale ormai da secoli.
E dire che il caos di Giulianova è lì, a pochi passi.
Un silenzio mistico, scheggiato solo a tratti dall’abbaiare di un cane.
Il santuario della Madonna dello Splendore sembra dominare l’immensità dell’Adriatico, in un ambiente fortemente coinvolgente dove la bellezza della natura si fonde con la rasserenante beltà della fede in Dio e nella Madre del Cristo.
Poco importa se il miracolo dell’apparizione della Vergine è una delle miriadi di tradizioni orali tramandate dall’immensa devozione popolare, nessuna delle quali, secondo gli scettici, suffragate da indagini accurate.
Il santuario con l’annesso convento dei frati Minori Cappuccini, è ancora oggi una sorta di finestra che si apre sul mistero divino.
Una guida spirituale non solo per la comunità giuliese, ma per tutto l’Abruzzo.
“Il mondo sarà salvato dalla bellezza…”, lo affermava Dostoevskij in un celebre passo de L’idiota.
Che la bellezza possa quanto meno contribuire alla salvezza dell’universo sembra certezza in questi luoghi dello Spirito.
All’interno del santuario della Madonna dello Splendore, pare ancora di vedere il saio usurato di Padre Serafino, col suo passo incerto, l’impietosa sordità causa di una meningite giovanile, la barba bianca, intento in preghiera.
Vecchio, sordo, malconcio diceva spesso di sé, con un tenerissimo sorriso.
Un giorno, in un incontro con noi appartenenti al Terz’Ordine dei frati minori di Teramo, disse "Vorrei essere una semplice pozzanghera per riflettere il cielo.
Ma non ci riesco.
Troverò prima o poi la strada?"
Il piccolo frate era l’anima di questo paradiso spirituale in terra, il vero miracolo di un uomo malconcio che ha realizzato due musei, altrettante biblioteche e azioni sociali fra cui La Piccola Opera Charitas, inaugurata nel 1962 con pochi soldi, molti debiti, qualche speranza dettata dalla fede incrollabile nella Provvidenza.
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